Nel tenimento di Boscotrecase,
nel fondo del sac. d. Ippolito Cirillo, posto sulle pendici del Vesuvio nella
contrada detta dei Carotenuto, alla distanza di quasi due chilometri da s.
Maria Salome, frazione di Boscotrecase e a settentrione di Pompei, il detto
proprietario facendo eseguire un cavo di pietra, per la costruzione di una casetta
rurale, si è imbattuto in un forno antico, che ora è in gran parte demolito.
Vedi Notizie
degli Scavi di Antichità, 1886, pp. 131, una
copia è sotto.
In the area of
Boscotrecase, at the fondo of the sac. d. Ippolito Cirillo, located on the
slopes of Vesuvius in the contrada called the Carotenuto, at the distance of
almost two kilometers from St. Maria Salome, hamlet of Boscotrecase and north
of Pompeii, the said owner by digging stone for the construction of a rural
cottage, came across an ancient oven, which is now largely demolished.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1886, pp. 131 a copy is below.
“According to the plan in CTP, (opp.p.22), the location of this roman oven would have been on the slopes of Vesuvius, east of Villa 62, north of Boscotrecase/Boscoreale. There are no further details in CTP.”
See Van der Poel, H. B., 1981. Corpus Topographicum Pompeianum, Part V. Austin: University of Texas.
“(72). Forno romano scoperto nella proprietà del Sacerdote
Ippolito Cirillo in contrada Carotenuto a Boscotrecase, a ca. 2km. a nord della
contr. S. Maria Salome.”
See Casale A.,
Bianco A., Primo contributo alla topografia del suburbio pompeiano:
Supplemento al n. 15 di ANTIQUA ottobre-dicembre 1979, (No. 72, p. 43.)
“Anno 1886 –
Nella proprietà del sac. d. Ippolito Cirillo, contrada Carotenuto, si rinviene
un forno romano, certamente facente parte di una villa rustica.”
See Prosperi M. and Casale A.,1988. Ipotesi e Testimonianze archeologiche sul suburbio
di Pompei. Torre
Annunziata: Centro Studi Arc, p. 21.
“Ritrovamento,
nel 1885 o 1886, di un panificium con annesso forno, probabilmente appartenente
ad un villa rustica”.
See Garcia y Garcia L., 2017. Scavi Privati nel Territorio di Pompei. Roma: Arbor Sapientiae, (p.136-37, “numbered as No. 22, already numbered as 47”.)
See Notizie degli Scavi di Antichità, 1886, pp. 131-132, (below).
Del forno propriamente detto, che presenta lo
stesso tipo dei forni pompeiani, avanza una parte del suolo e della volta di
mattoni; e il suo diametro interno poteva misurare circa un metro. Della stanza
che lo conteneva è rimasta in piedi la parete settentrionale di opera incerta,
alla quale era appunto addossato il forno. Fatta di scoria e di piccole pietre
di tufo con rivestimento di intonaco rustico levigato, questa parete,
all'altezza di m. 1,50 dal pavimento, ha una feritoia del pari rivestita di
intonaco. Al di sotto di questa è praticato un incastro in senso orizzontale,
lungo m. 1 ,45 e largo m. 1,15, che si estende fin sotto ad una piccola
nicchietta semicircolare, posta accanto al forno e rivestita di rozzo intonaco.
Mi si disse che in tale incastro erano murate tegole sporgenti; e poichè a 40 cent. al di sotto, sono praticati in linea
parallela all'incastro, quattro fori poi per mutuli di sostegno a qualche
palchetto di legno; così è da credere, che anche le tegole sporgenti da
quell'incastro abbiano potuto servire di scansia. Il pavimento, del quale
rimane un avanzo, era di buon mattone pesto, e si estendeva sin sotto il suolo
del forno; al che se si aggiunge, che questo venne addossato alla parete già
rivestita di intonaco, si può conchiudere che solo in un tempo posteriore la
stanza sia stata destinata a contenere il forno. Della copertura di essa non si
ha alcuna traccia, essendo caduto il sommo della parete settentrionale, che
come si è detto, è l'unica rimasta in piedi. A sinistra, cioè ad occidente.
appare una piccolissima parte di un'altra località attigua, rivestita anche
d'intonaco, nel cui muro divisorio orientale, ora quasi tutto caduto, è
ricavato un basso muricciuolo, il quale piuttosto che
un sostegno di legno, credo sia uno dei poggiuoli che
sorreggevano le tavole del panificium.
Nella nicchietta accanto al forno si dicono
rinvenuti dei frammenti di vasetti fittili e di vetro. Certamente questo forno
doveva far parte di una delle molte villae rusticae disseminate sulle pendici
del Vesuvio.
Vedi Notizie degli Scavi di Antichità, 1886,
pp. 131-132.
From the oven itself, which is of
the same type as the Pompeian ovens, part of the ground and the brick vault
remain; and its internal diameter could measure about a metre. Of the room that
contained it, the northern wall of opus incertum remains standing, against
which the oven was attached. Made of scoria and small tuff stones with a smooth
rustic plaster covering, this wall, at a height of m. 1.50 from the floor, has
a slit also covered in plaster. Below this there is a horizontal joint, m long.
1.45 m wide. 1.15, which extends under a small semicircular niche, located next
to the oven and covered in rough plaster. I was told that protruding tiles were
walled into this joint; and since at 40 cms. below, four holes are drilled in a line
parallel to the joint, in order to support some wooden shelves; so it is to be believed that even the tiles protruding from
that joint could have served as shelves. The floor, of which a remnant remains,
was made of good brick, and extended right under the floor of the oven; to
which, if we add that this was placed against the wall already covered in
plaster, we can conclude that only at a later time was the room intended to
contain the oven. There is no trace of its covering, as the top of the northern
wall has fallen, which, as mentioned, is the only one left standing. To the
left, that is, to the west. a very small part of another adjacent location
appears, also covered in plaster, in whose eastern dividing wall, now almost
entirely fallen, a low wall has been created, which rather than being a wooden
support, I believe is one of the balconies that supported the tables of the
bakery.
Fragments of clay and glass jars are said to have
been found in the small niche next to the oven. Certainly, this oven must have
been part of one of the many villae rusticae scattered on the slopes of
Vesuvius.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1886, pp. 131-132.
Boscotrecase,
Forno romano nella proprietà del sac. Ippolito Cirillo. Notizie degli Scavi
di Antichità, 1886, pp. 131.
Boscotrecase,
Forno romano nella proprietà del sac. Ippolito Cirillo. Notizie degli Scavi di
Antichità, 1886, p. 132.
Note 1:
According to
Garcia y Garcia,
Tegole con bollo
di N SILLIVS N si sono trovati anche nelle ville da noi elencate sotto i nn. 15, 26, 30, 56 e 64.
Lo stesso marchio
era stato ritrovato nel 1973 a Boscoreale;
Vedi Casale A.,
Bianco A., Primo contributo alla topografia del suburbio pompeiano:
Supplemento al n. 15 di ANTIQUA ottobre-dicembre 1979, p. 33, no.11.
(Tiles with the stamp of N SILLIVS N have also been found
in the villas Garcia y Garcia lists as 15, 26, 30, 56 and 64.
The same mark was found in 1973 in Boscoreale;
See Casale A.,
Bianco A., Primo contributo alla topografia del suburbio pompeiano:
Supplemento al n. 15 di ANTIQUA ottobre-dicembre 1979, p. 33, no.11.)
Note 2:
On our website we have used the plan and numbers from Kockel 1985 –
Garcia y Garcia uses different numbers:
His Villa 15 is our No.51
His Villa 26 is our No.15
His Villa 30 is our No.23
His Villa 56 is our No.24
His Villa 64 is our No.43
See Garcia y Garcia L., 2017. Scavi Privati nel Territorio di Pompei. Roma: Arbor Sapientiae, (p.136-37, “numbered as No. 22, already numbered as 47”.)
See Kockel V. Funde und Forschungen in den Vesuvstadten 1: Archäologischer Anzeiger, Heft 3. 1985,